Anche la Francia si scopre a corto di manodopera

di Friedrich Magnani 25/11/2022 18:06
Anche la Francia si scopre a corto di manodopera
Il polo industriale di Valenciennes

Secondo l’edizione francese di Capital, la ristorazione e l’alberghiero sono i settori più colpiti, con una penuria che oscilla tra i 25 mila e 35 mila posti vacanti. A seguire, il settore ospedaliero e l’industria automobilistica, ma anche l’edilizia, tutto il settore degli aiuti a domicilio, fino alla logistica e alla vendita al dettaglio. E si cercano soluzioni anche originali

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La Francia è a corto di manodopera. E non è solo un fenomeno d’Oltralpe. Tutto il mondo occidentale è attraversato dagli effetti sociali della pandemia che hanno cambiato le aspettative di molti lavoratori. E molti hanno deciso di non scegliere più lavori usuranti o non pagati adeguatamente. Secondo la rivista francese Capital, la ristorazione e l’alberghiero sono i settori più colpiti, con una penuria che oscilla tra i 25 mila e 35 mila posti vacanti. A seguire, il settore ospedaliero e l’industria automobilistica, ma anche l’edilizia, tutto il settore degli aiuti a domicilio, fino alla logistica e alla vendita al dettaglio.

Per sovraccarico di lavoro e mancanza di personale, molti medici, infermieri e operatori di pronto soccorso, sono scesi in piazza nel settembre scorso. Il 1° e il 2 dicembre sarà la volta dei medici generalisti. Perfino il settore nucleare, che in Francia soddisfa il 70% del fabbisogno di elettricità, ma che è al 50% delle proprie capacità per problemi di erosione agli impianti, è in penuria di manodopera, al punto dal dover assumere lavoratori americani.

Il distretto industriale del Grand Hainaut, che circonda la città di Valenciennes, nel nord della Francia al confine con il Belgio, e che raggruppa alcune aziende importanti dell’automotive e del ferroviario, quali Toyota France, Stellantis e Alstom, è alla continua ricerca di personale, al punto dall’aver lanciato delle campagne d’informazione nei licei, per stimolare l’attrattività e l’iscrizione ai corsi di formazione.

Ma è soprattutto il destino delle piccole e medie imprese locali che lavorano nell’indotto a essere a rischio, nel distretto di Valenciennes, e non solo. Come sottolinea Bruno Fontaine, il presidente della Camera di commercio e dell’industria del Grand Heinaut. Le PMI locali soffrono di carenza di personale, con posti vacanti tra le 1000 e le 2000 unità, che è molto per un bacino di 300 mila abitanti. “Mancano addetti alle fornaci metallurgiche, saldatori, fresatori, meccanici, è una catastrofe”, afferma Fontaine. “Non cerchiamo solo competenze, ma comportamenti. Purtroppo, non si trovano persone motivate, pronte ad alzarsi presto e arrivare in orario. Non so come potremmo reindustrializzare la Francia, costruire delle nuove aziende, in queste condizioni”.

Anche il settore dell’aiuto a domicilio, che in Francia conta delle imprese conosciute, come il gruppo Canopée, è in crisi per mancanza di personale. “Ci sono molte persone che non si presentano ai Pole d’emploi (centri d’impiego) e dei collaboratori che ci lasciano, non solo per problemi di salute o per l’entrata in pensione”, afferma l’amministratore delegato, Marjorie Lefebvre. Molte nostre collaboratrici non trovano più un riconoscimento nel proprio lavoro, o scelgono l’impiego parziale per poter avere un livello di salario che permetta loro di ottenere l’APL (l’aiuto personalizzato alla locazione) e l’ARS (Allocation de rentrée scolaire) che spetta alle famiglie con figli dai sei ai 18 anni (fino a 428 euro per ciascun figlio). A questo si aggiunge, sostiene sempre Lefebvre, il problema sociale delle famiglie monoparentali, sempre più in aumento in Francia. Le misure di aiuto alla locazione e al mantenimento scolastico dei figli, non si aggiungono ma completano l’RSA (Revenu de solidarité active), il reddito di cittadinanza francese, che parte da un minimo di 530 euro per mononuclei familiari a 1000 euro per le coppie con figli, a condizione che non venga rifiutata anche la seconda offerta di lavoro.

Conclude Lefebvre, “Qual è il risultato? Siamo stati costretti a non accettare fino al 100% delle nuove prese in carico, per le persone che hanno bisogno di cure, con relativa perdita di fatturato. La soluzione sarebbe quella di aumentare i salari, ma chi si fa carico di tutti gli altri costi: la Solidarité Nationale (la previdenza sociale) o il cliente finale?

Ma nel distretto di Valenciennes qualcuno sta cercando delle soluzioni, con metodi originali. L’impresa di edilizia sociale Sigh (Societé immobilière du Grand Hainaut), propone ai suoi inquilini un aiuto alla ricerca d’impiego. L’Agenzia interinale Synergie (350 agenzie in Francia), organizza delle ronde nei parcheggi dei centri commerciali, con due addetti, che presentano ai clienti in fila al supermercato le offerte di lavoro disponibili in zona.

A livello nazionale è da più di un anno che tutte le imprese francesi faticano a trovare personale, soprattutto qualificato. E la parte di popolazione immigrata in Francia (12,8 % del totale, soprattutto dal Maghreb fa fatica a stare al passo delle competenze richieste, al punto che la Presidenza del consiglio francese, tramite il CAE (Conseil d’analyse économique) ha dovuto stilare un rapporto nel novembre 2021, dal titolo “La mancanza di lavoratori qualificati stranieri penalizza la crescita francese”.


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