Elon Musk ha esternato la decisione se vendere o meno sue azioni di Tesla ai suoi follower di Twitter perché è un miliardario stravagante arrabbiato per i piani fiscali dei democratici americani? O è perché conosce il vero valore di Tesla meglio di chiunque altro, e pensa che sia il momento di uscirne? Nel dubbio…  

Elon Musk ha esternato la decisione se vendere o meno sue azioni di Tesla ai suoi follower di Twitter perché è un miliardario stravagante arrabbiato per i piani fiscali dei democratici americani? O è perché conosce il vero valore di Tesla meglio di chiunque altro, e pensa che sia il momento di uscirne?

In ogni caso, è un buon momento per vendere perché le tre tendenze che hanno aiutato le azioni Tesla a salire sono volubili e potrebbero invertirsi in qualsiasi momento.

Di solito, quando i manager annunciano che stanno vendendo azioni dopo un forte rialzo del prezzo, tutti pensano che lo facciano perché ritengono che il prezzo delle azioni sia troppo alto. Musk sembra aver congegnato un piano astuto per cercare di aggirare questo problema.

Invece di annunciare l’intenzione di vendere, ha tirato in ballo il piano del senatore Ron Wyden di tassare le plusvalenze sui capital gain ancora non realizzati, e ha tenuto un sondaggio su Twitter per sapere se dovrebbe vendere il 10% della sua partecipazione in Tesla (per pagare quella tassa, ndt). Quando i Twitterati gli hanno debitamente consigliato di scaricare le azioni del produttore di auto elettriche, la questione se ciò fosse un segnale da insider sul prezzo delle azioni è diventata confusa.

Forse Musk pensa che sia folle che Tesla abbia aggiunto 440 miliardi di dollari al suo valore di borsa solo nell'ultimo mese, un aumento - solo l'aumento, non il totale - equivalente alla capitalizzazione di mercato combinata di Ford, General Motors e Toyota.

La scorsa settimana le azioni di Tesla hanno iniziato a riflettere i rischi, precipitando del 12% martedì  9 dopo un calo del 5% di lunedì 8. Forse la gente ha capito che, valutate a 155 volte i guadagni stimati per i prossimi 12 mesi, queste azioni sono selvaggiamente costose. Dopo tutto, solo negli ultimi tre mesi prima del calo di questa settimana, erano cresciute del 75% con poche giustificazioni.

Non ho idea di cosa pensi veramente Musk. È un miliardario che vuole solo divertirsi, e non prende bene i provvedimenti delle autorità che cercano di mantenerlo al rispetto di standard terrestri o fiscali ordinari. D'altra parte, dovrebbe assolutamente vendere un po’ delle sue azioni, perché al momento sono a livelli più che folli.

Tesla si trova all'intersezione di tre forti tendenze, e un cambiamento in una qualsiasi di esse potrebbe portare aduna rapida caduta delle azioni.

La prima tendenza sono i titoli meme. Tesla è il titolo meme originale, sostenuto da individui che hanno fatto molto bene seguendo Musk, e che non prendono bene chiunque non sia d'accordo. Non importa la realtà rappresentata dal livello delle vendite, la concorrenza, i margini, i sussidi o qualsiasi altra cosa: Musk ha attirato sostenitori che non solo comprano, ma promuovono attivamente le azioni Tesla.

La seconda è la volontà degli investitori di scommettere su un futuro molto lontano. Tesla non fa molti soldi, né tantomeno molte auto, al momento. A motivo del suo forte potenziale di crescita, è valutata 1,3 milioni di dollari per ciascuna delle circa 900 mila auto che si prevede consegnerà quest'anno. Il valore dell'azienda non risiede nelle vendite di quest'anno o dell'anno prossimo, ma nelle speranze di vendite e profitti nel lontano futuro.

La natura difficile da prevedere del lontano futuro permette il tipo di speculazione che amano i trader di azioni meme. Rende anche Tesla un enorme beneficiario dei bassi tassi di interesse a lungo termine. Qualunque sia l'ipotesi sui guadagni futuri, essi valgono di più oggi se i tassi sono più bassi.

Quando i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza scendono, come hanno fatto massicciamente negli ultimi due anni, le azioni di società ad alta crescita (growth stocks) tendono a battere i titoli di valore a buon mercato (value stocks). Questo non è sorprendente, dato che i primi hanno i loro guadagni proiettati molto lontani nel futuro, mentre i value stocks fanno utili subito. Tesla è il più in crescita di tutti i grandi growth stocks.

La terza tendenza che sostiene il titolo è il desiderio di tecnologia verde. È fantastico essere un produttore di auto elettriche in questo momento. I governi stanno spingendo le auto elettriche e il resto dell'industria è bloccato con il tipo sbagliato di fabbriche, ha il tipo sbagliato di esperienza nella ricerca e non ha ancora costruito reti di ricarica dei veicoli. Tesla è dalla parte giusta, quella dei governi e degli investitori che si impegnano a ridurre le emissioni di CO2.

Eppure, se il cambiamento del prezzo delle azioni riguardasse Tesla che batte la concorrenza a benzina, le azioni dei rivali tradizionali ne dovrebbero soffrire. Invece, anche il valore delle altre case automobilistiche è aumentato. Sarebbe bello se le azioni salissero perché gli investitori hanno razionalmente capito che le auto elettriche prenderanno quote di mercato. Invece, c'è stata una corsa sconsiderata a comprare azioni di produttori di veicoli elettrici, e molti dei titoli speculativi di veicoli elettrici puri sono precipitati duramente dal loro massimo all'inizio di quest'anno, e di nuovo nell'ultimo mese (e il titolo Ford, con un nuovo F-150 elettrico in arrivo, è salito).

Nessuna di queste tendenze che supportano Tesla è di per sé affidabile, anche se ognuna di esse potrebbe ancora funzionare bene. I titoli meme sono inclini a enormi oscillazioni. I rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza potrebbero facilmente risalire se gli investitori si convincono della ripresa economica. E gli investitori che comprano la speranza nelle auto elettriche cominceranno a chiedere di vedere i livelli di vendite e guadagni reali man mano che il business matura.

Vendere e incassare ora le vostre azioni Tesla rende reale il capital gain conseguito, anche se si dovranno pagare le tasse sulla plusvalenza.