Byte revolution: tutti i settori coinvolti dall'analisi dei dati

22/01/2018 15:02
Byte revolution: tutti i settori coinvolti dall'analisi dei dati

Sfruttare gli algoritmi non è un’arte per informatici. Ecco come cambia la quotidianità, dalle fabbriche alla finanza, dalle auto alla salute.

Nelle fabbriche -  Tecnologia digitale e robot sono alla base dello sviluppo dell’industria 4.0, ma non funzionerebbero senza algoritmi che permettono alle macchine di lavorare e imparare. Due esempi dimostrano come ormai gli algoritmi siano ovunque. Il primo è Comau, gruppo Fca e leader internazionale nell’automazione industriale: qui il machine learning permette ai robot di apprendere i diversi tipi di applicazioni attraverso la simulazione virtuale, riducendo drasticamente i tempi di sviluppo, anche attraverso la creazione di un’intelligenza condivisa fra tutti gli elementi del processo di automazione, mentre un algoritmo lavora anche sui dati raccolti e prevede i malfunzionamenti prima ancora che accadano. Altro esempio è Calzedonia: Sandro Veronesi ha riportato in Italia tutte le produzioni esternalizzate investendo in oltre 115 macchinari all’avanguardia, telai automatizzati e digitali che hanno bisogno, sì, delle ricamatrici per i dettagli finali, ma soprattutto di programmatori e ingegneri informatici per tradurre in linguaggio computerizzato, algoritmi, le indicazioni dell’ufficio stile.

Nella finanza - La finanza è tra i settori in cui la rivoluzione algoritmica incide di più. «I grandi nomi della finanza americana e britannica come Goldman Sachs o Jp Morgan sono in prima linea nell’automazione dei processi d’investimento», spiega Manuel Pincetti, director monitor Deloitte. Algoritmi e spinta tecnologica hanno portato all’affermazione della robo advisory, la consulenza finanziaria virtuale e automatizzata. Una recente indagine di Legg Mason, tra i principali gestori globali diversificati, ha rilevato che il 21% degli italiani si affida a un robo adviser per avere una consulenza (Usa al 27%, Spagna al 17%, Francia e Germania all’11%), il 22% scarica applicazioni dedicate al settore e il 32% si informa attraverso blog specializzati. «I robo adviser, sulla base di algoritmi di risk management e asset allocation, sono in grado di proporre agli investitori portafogli ottimizzati, a fronte di una parcella definita e a basso costo», chiarisce Enrico Malverti, cofondatore di Cyber Trade, società di fintech che si occupa di robo trading e robo advisory. Il settore è in forte espansione, soprattutto negli States, dove si stima che entro il 2020 circa il 5% del patrimonio gestito sarà controllato da sistemi di consulenza automatizzata. In Italia, il panorama si è vivacizzato negli ultimi anni. AdviseOnly offre portafogli a base di Etf, focalizzati su un obiettivo (pensione, reddito integrativo...), su un tema specifico (per esempio, la finanza etica) o strutturati per un posizionamento tattico: bastano 49 euro l’anno per ricevere via email il dettaglio delle operazioni necessarie per comporre il paniere e ribilanciarlo periodicamente, al mutare delle condizioni di mercato. Obiettivi analoghi (figli, pensione, reddito e absolute return) ma fondi comuni per i quattro portafogli elaborati da Fundstore, piattaforma web di Banca Ifigest, in collaborazione con AdviseOnly. L’asset allocation è gratuita ma non prevede indicazioni puntuali sugli aggiustamenti da apportare. Moneyfarm offre un contratto di consulenza remunerato a parcella che costa tra l’1% (Iva esclusa) allo 0,3% (iva esclusa) l’anno e implica l’apertura online di un deposito titoli presso Saxo capital: ogni 2 mesi circa, il cliente riceve una raccomandazione con le operazioni di compravendita suggerite dall’algoritmo e decide con un clic se autorizzarle. 

Nelle banche - Gli algoritmi avranno anche il compito di valutare a chi concedere un prestito. È la soluzione auspicata da molte banche per risolvere il problema dei crediti deteriorati, emersa durante l’ultimo Banking summit a Saint-Vincent. «Molti banchieri hanno affermato che in futuro, forse, sarà meglio lasciare agli algoritmi la decisione di deliberare un prestito, affinché l’analisi sia più obiettiva», ha commentato Ezio Viola, ad di Innovation Group, organizzatore della manifestazione. C’è un algoritmo dietro l’acquisizione di Ram active investments, attiva nel wealth management, da parte di Mediobanca: la gestione degli boutique svizzera è in mano a un algoritmo proprietario che il team di 39 esperti aggiorna in base ai dati economici. Un algoritmo è alla base del boom dei prestiti online, soldi diretti da privato a privato. Il più grande operatore Usa del settore ha visto passare dal suo sito 2,147 miliardi solo nel secondo semestre 2017. Cuore dell’azienda è un algoritmo che gestisce un sistema di aste e determina i tassi. Il programma mette in relazione le caratteristiche di migliaia di profili. In questo modo, il depositante raccoglie più interessi che in banca, chi ottiene il prestito ne paga meno. In Cina, su oltre 2.500 piattaforme, nel 2016 erano già passati prestiti per 121 miliardi di dollari. In Italia il fenomeno del social lending è agli inizi, tra le piattaforme, Prestiamoci, Smartika, Soisy.

Nel commercio - Nel mondo del retail gli algoritmi sono il nuovo valore aggiunto non solo online, dove l’intelligenza artificiale lavora per esempio con gli assistenti virtuali come Amazon Alexa e Apple Siri, ma anche nel punto vendita fisico. I negozi, infatti, stanno diventando grandi hub di raccolta dati grazie alle app, alla geolocalizzazione, ai camerini intelligenti e alle vetrine virtuali. La sfida è sfruttare questi dati e tradurli in conoscenza delle preferenze dei consumatori e in azioni capaci di creare profitto. Ma il risultato strategico è formulare previsioni sui consumi e i trend. Ci pensano gli algoritmi: analizzano l‘attività in-store, capiscono come si muovono i clienti in negozio, in certi casi possono arrivare a stimare la domanda di prodotti, quanti clienti compreranno qualcosa il prossimo weekend, fornendo così raccomandazioni in anticipo al negoziante e alle aziende. Pittarosso, per esempio, che vende al dettaglio calzature e pelletteria, usa gli algoritmi della piattaforma Splio per registrare le interazioni sviluppate nel tempo tra cliente e marchio, sia online sia offline, e sviluppare comunicazioni personalizzate con clienti e prospect.

Nella pubblicità - «L’intelligenza artificiale è entrata a gamba tesa nel mondo dell’advertising: oggi la comunicazione digitale genera 53 miliardi di euro con l’indotto e oltre 220mila posti di lavoro». Stime di Carlo Noseda, presidente di Iab Italia, l’associazione dedicata all’advertising interattivo, ceo e managing partner di M&C Saatchi. «Complessi algoritmi analizzano continuamente i comportamenti online dei consumatori, estraendo il maggior numero di dati possibile. Così, è possibile definire un accurato target della pubblicità, su base sia demografica sia comportamentale». Per il presidente di Iab Italia, la pubblicità di maggior successo è quella che segue il cliente nella giornata, confeziona i messaggi contestualizzandoli al momento e, soprattutto, non è invasiva. «Dati e algoritmi sono i veicoli perfetti per costruire messaggi pubblicitari personalizzati. La programmatic advertising, per esempio, mostra il contenuto che l’utente vuole vedere, nel momento in cui vuole vederlo». La prossima frontiera degli annunci digitale è la programmatic creativity. «Coinvolge data scientist, team di programmatic e di creativi. Il risultato è un messaggio più coinvolgente ed empatico, quasi un’esperienza immersiva».

Nell’auto - Nel mondo sono 60 milioni le auto smart e connesse a internet, 8 milioni solo in Italia, un business che secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha sfiorato quest’anno i 550 milioni di euro. Per questo le principali case automobilistiche stanno investendo su modelli sempre più intelligenti, veri robot con le ruote e algoritmi sotto il cofano. Bmw ha da poco aperto un centro per la guida autonoma a Monaco di Baviera e anche Fca, Audi, General Motors, Hyunday, Mercedes hanno i loro laboratori specifici per l’hitech. Toyota sta sviluppando in California un sistema che permette al mezzo di entrare e uscire dalle rampe autostradali in totale autonomia. Oggi i modelli di fascia alta sono già capaci di parcheggiare da soli, si accorgono di altri veicoli e rallentano, vedono i pedoni con il radar e frenano, in caso di incidenti o guasti inviano un segnale di soccorso con la posizione.

Nella salute - Un algoritmo ci salverà la vita. È l’obiettivo di tante startup mediche: usare l’intelligenza artificiale (Ai) per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie serie. E la Lombardia potrebbe essere la prima al mondo a brevettare un algoritmo predittivo in grado di associare 1 miliardo di dati sanitari e climatici e capire che cosa succederà per inquinamento e malattie. Da uno studio di Frost & Sullivan, il mercato dell’Ai per l’healthcare dovrebbe raggiungere 6,6 miliardi entro il 2021 (+40%) e gli algoritmi avrebbero il potenziale di migliorare le entrate del settore, allo stesso tempo riducendo i costi di trattamento fino al 50%. Watson, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da Ibm, viene usato in alcuni ospedali per supportare i medici nelle decisioni ed è al centro di un progetto che si prefigge, attraverso l’analisi algoritmica dei dati raccolti durante le visite, di anticipare di 2 anni le diagnosi di insufficienza cardiaca rispetto ai metodi tradizionali. Trenta ingegneri ed esperti di biomedicina di Apple sviluppano un sistema per misurare il glucosio nel sangue senza prelevarne una goccia, lo stesso sta facendo Google. Intel, insieme con il gigante cinese Alibaba, ha lanciato un concorso da 145mila dollari per chi riesce a trovare un algoritmo che legge i dati delle cartelle cliniche e le radiografie per formulare diagnosi di tumore.

Nella casa - Gli elettrodomestici imparano le nostre abitudini di utilizzo, mentre funzionalità avanzate di videoanalisi, abilitate dagli algoritmi, sono alla base dei sistemi di sorveglianza domestica: quelli di Ibm e Nokia, per esempio, consentono non solo di vedere (perfino prevedere) i furti ma anche di rilevare variazioni della routine quotidiana, comportamenti anomali di chi vive in casa (per esempio gli anziani) o cambiamenti improvvisi e darne avviso al soccorso sanitario. Internet delle cose, algoritmi e strumenti di analytics, interfacce touch e ad attivazione vocale stanno consolidando il mercato della domotica, che in Italia già vale 185 milioni; nei prossimi 5 anni il giro d’affari mondiale sarà di 72,2 miliardi di dollari.

(Lucia Gabriela Benenati, Andrea Nicoletti)


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