Il metaverso sostituirà l'ufficio fisico?

17/03/2022 20:42
Il metaverso sostituirà l'ufficio fisico?

Sei protagonisti della Silicon Valley hanno descritto del futuro del lavoro al sito del venture capital Andreessen Horowitz, pioniere dell'hi-tech. Sostenendo un modello ibrido e annunciando innovazioni che convinceranno anche i più scettici

Il metaverso,  il mondo virtuale immersivo, basato sulla blockchain, dove si svolgeranno la maggior parte delle attività quotidiane, è ancora solo un concetto. Ma è un concetto in cui esiste già una proprietà immobiliare di valore, una quantità crescente di richieste da parte dei brand e un posto fisso nella cultura dominante. Ma quali parti della vostra vita si sposteranno e dovrebbero spostarsi online, e come?. A causa della pandemia, una parte sostanziale della forza lavoro ora ha almeno un anno o due di esperienza di smart working da remoto. Ma cosa succederà al lavoro in un mondo post-Covid?

Molte persone influenti, capi azienda e politici, sostengono a spada tratta il ritorno in ufficio, almeno in qualche modo. Alcune delle voci principali del mondo della tecnologia, tuttavia, credono che il telelavoro sia solo un pitstop sulla strada verso un lavoro condotto con occhiali di realtà aumentata (VR) e guanti di motion capture. Bill Gates, per esempio, ha recentemente previsto che le riunioni di Zoom migreranno verso il metaverso entro due o tre anni.

Future, il sito della Andreessen Horowitz, il venture capital fondato del 2009 da Marc Andreessen and Ben Horowitz, (noto anche come a16z) che è da sempre uno dei punti di riferimento delle tendenze della Silicon Valley, ha dedicato un dibattito sul metaverso come possibile rimpiazzo dell’ufficio fisico. A rispondere sono stati sei costruttori di tecnologia con diversi background: Rajiv Ayyangar, Melissa Daimler, Larry Gadea, Renji Bijoy, Shuo Wang, Reshma Saujani e Tasha Liniger. Ecco una sintesi delle loro opinioni.

Secondo Rajiv Ayyangar, cofondatore e CEO di Tandem, un ufficio virtuale per team remoti, il futuro sarà ibrido: il metaverso non sostituirà l'ufficio fisico, ma lo trasformerà in meglio, e la distinzione tra uffici virtuali e fisici si dissolverà presto. Secondo Ayyangar, lavorare di persona aiuta a costruire più rapidamente una mutua fiducia, ma gli uffici virtuali nel metaverso hanno un grande potenziale, perché l’ufficio moderno è insufficiente”. Per esempio, Dropbox sta sostituendo gli uffici tradizionali con degli studios, che si appoggiano a modalità collaborative e sociali. E il lavoro di persona sta diventando sempre più virtuale: Ayyangar dice che da loro si lavora già in cloud con app multiutente come Google Docs, Notion e Figma. In parallelo, il mondo digitale guarda al mondo fisico per ispirarsi: la  Tonari sta creando un corridoio tra gli uffici; con Starline di Google sembra di parlare attorno a un tavolo; e gli uffici virtuali (come Tandem) stanno replicando la presenza dell'ufficio fisico”.

Anche Melissa Daimler, chief learning officer della piattaforma di apprendimento online Udemy, non crede che il metaverso sostituirà completamente l’ ufficio, ma vede grandi opportunità per esperienze più coinvolgenti: “ I luoghi di lavoro ibridi stanno diventando lo standard, collegando le persone sia digitalmente che di persona, a seconda del lavoro. Il metaverso è un'altra opzione per connettersi in modo diverso. Il brainstorming e lo sviluppo del team sono ottimi per sfruttare il metaverso. La domanda migliore è: come si può sfruttarlo al meglio per creare un'esperienza migliore? Quali sono le attività principali, le esperienze di apprendimento o le discussioni in cui utilizzarlo, e quali devono avvenire di persona?

Larry Gadea, fondatore e Ceo di Envoy, una piattaforma di condivisione del lavoro, sostiene che il metaverso sostituirà l'ufficio fisico, ma non subito. E non è solo perché la tecnologia non è ancora pronta. È perché le interazioni di persona sono sempre fondamentali. “Ci vorranno generazioni, per svilupparci ed evolvere insieme al metaverso”. Per Gadea, il mondo è fatto di persone che stanno insieme e riconoscono l'umanità nel lavoro che fanno. “Se si sta cercando di concludere una vendita da un milione di dollari, lo si fa via e-mail o volando dal potenziale cliente?”. Ma Gadea è convinto che la tecnologia alla fine ci arriverà, quando sarà grado di replicare le conversazioni spontanee che avvengono in ufficio e che aiutano a costruire relazioni. Il metaverso potrebbe aiutare a colmare il divario tra le persone che sono in ufficio e quelle che non lo sono. “Il futuro sarà migliore, più veloce, più facile e più produttivo e il metaverso, col tempo, manterrà le sue promesse”.

Anche Renji Bijoy, Ceo e fondatore di Immersed, una piattaforma di spazio di lavoro VR, propende per il successo dell’ufficio in metaverso. “In Immersed, per esempio, l'idea è che stiamo colmando il divario tra coloro che sono remoti e coloro che sono sul posto, immergendo tutti in un ufficio virtuale. Così tutti si mettono una cuffia - o degli occhiali, quando usciranno tra un anno o due - e sono insieme nello spazio virtuale. Non c'è più bisogno di un ufficio fisico. A quel punto, l'ufficio diventa obsoleto. Sarebbe un posto per condividere un pasto con qualcuno durante il pranzo, ma questo è tutto”. Secondo Bijoy, “in molti, quando pensano alla VR, la collegano a una grande cuffia che dà la nausea. Non si rendono conto che i nuovi dispositivi VR saranno solo un paio di occhiali super leggeri, con una nitidezza fantastica, che vi farà sentire come se foste da un'altra parte. Questo è il motivo per cui molti resistono all'idea di un ufficio virtuale; non hanno ancora provato l'hardware più recente, o quello che uscirà nei prossimi due anni”

Shuo Wang, co-fondatore e CRO di Deel, una piattaforma di elaborazione buste paga in remoto,  “Quello che abbiamo visto dall'inizio della pandemia e del lavoro a distanza normalizzato è che la gente vuole la libertà di scegliere come svolgere il proprio lavoro. Per esempio, in Deel, offriamo l'accesso a WeWork a tutti i dipendenti, in modo che possano incontrarsi con i loro compagni di squadra locali. La maggior parte dei dipendenti approfitta di questi spazi fisici e dei nostri strumenti online per trovare una combinazione che li serva meglio”.

Reshma Saujani, fondatrice di Girls Who Code e autrice di saggi sul futuro delle donne al lavoro, il  successo del metaverso è legato alla possibilità di invertire la tendenza delle migliaia di donne che lasciano un mondo del lavoro costruito da e intorno agli uomini. Ciò non significa che gli ambienti di lavoro virtuali non possano essere incredibilmente vantaggiosi per le mamme:  c'è una ragione per cui oltre due terzi delle donne sperano di lavorare a distanza anche dopo la fine della pandemia. Ma allo stesso tempo, dice la Saujani, senza un cambiamento culturale e strutturale per garantire l'equità sul posto di lavoro, si riproporrà lo stesso divario di genere - nelle assunzioni e nelle promozioni, nella paga e nelle opportunità - nel metaverso come nel reale universo.

Tasha Liniger, chief human resources officer di Dialpad, una piattaforma di comunicazione cloud, sostiene che all’ufficio nel metaverso si sia già arrivati. “ Presto faremo riunioni di team sulla superficie di Marte. Con la VR, saremo in grado di sentire vicino a noi persone sedute a migliaia di chilometri di distanza. Ma la realtà è, che lo si chiami metaverso o no, la maggior parte delle aziende si è già trasformata per operare in questo nuovo ambiente virtuale”. Ma le aziende completamente virtuali forniranno l'esperienza e il know how dei dipendenti più esperti e le connessioni fondamentali per sostenere una forza lavoro altamente impegnata? Per Liniger, “Alla Dialpad  vogliamo che il lavoro sia una cosa che si fa, non un posto dove si va. Ma dobbiamo anche costruire una comunità, che è un fattore importante per trattenere i dipendenti. Se non hai mai incontrato i tuoi compagni di squadra o il tuo manager, ti basta solo di chiudere il tuo portatile per dimetterti, e questo è esattamente ciò che rischia di accadere: quindi dobbiamo costruire un posto di lavoro dove le persone amano stare, che sia virtuale o no”.


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