Industria 4.0 per rilanciare l’Italia

di Andrea Cabrini 06/09/2016 02:00
Industria 4.0 per rilanciare l’Italia

Lavorare sull’offerta e sulla competitività del sistema per ottenere una crescita nel lungo periodo Con incentivi fiscali, Fondo centrale di garanzia e investimenti in università di eccellenza è possibile

Incentivi fiscali a ricerca e innovazione, ricostruzione del Fondo centrale di garanzia e investimenti in università di eccellenza sono gli elementi fondamentali del progetto Industria 4.0, che sarà lanciato il prossimo 10 settembre. È quanto ha dichiarato, in occasione del Forum Ambrosetti, il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, in un’intervista a Class Cnbc.

Domanda. Signor ministro, lo scenario economico è difficile e caratterizzato da una crescita zero nel secondo trimestre. Come sta impostando l’attività il governo e cosa ci sarà in legge di bilancio per affrontare questo periodo?
Risposta. Come è evidente dal progetto Industria 4.0, che abbiamo già presentato, ritengo che sia necessario lavorare sull’offerta e sulla competitività del sistema industriale perché rende possibile una crescita di lungo periodo. Una volta che il sistema è competitivo riesce a vendere ed esportare e assicura una stabilità della crescita. Per farlo abbiamo pensato a un’operazione sugli investimenti delle imprese private perché sono molto più rapidi rispetto agli investimenti pubblici. L’investimento dovrà indirizzare le risorse per promuovere l’innovazione in favore della cosiddetta Manifattura 4.0, caratterizzata dalla digitalizzazione della produzione.

D. Ci sarà un iper-ammortamento per i beni manifatturieri? Di cosa si tratta?
R. L’idea è che si articoli un sistema che abbia un super-ammortamento, un iper-ammortamento e un credito rafforzato su ricerca e innovazione che lavorino insieme per consentire diversi livelli di investimento e modernizzazione. In particolare, l’iper-ammortamento è quello che colpisce le tecnologie di punta che servono per l’industria 4.0. Anche chi farà un investimento in un bene meccanico, che contribuirà all’aumento della produttività sarà premiato con un incentivo fiscale automatico.

D. Su questo lei si è trovato in linea con il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che punta a un progetto di lungo respiro sul sostegno all’offerta. C’è anche però il fronte della produttività, come la tassazione del salario di produttività in azienda. Fino a dove si potrà arrivare? Raddoppiare la base del bonus attuale e i livelli salariali a cui si applica è un’ipotesi percorribile?
R. Stiamo lavorando a una proposta molto ambiziosa. Bisognerà però vedere le risorse a disposizione soprattutto in relazione a una negoziazione con l’Europa che è difficile ma è più favorevole se si fa su un progetto di lungo periodo che punta a incrementare la competitività piuttosto che su qualcosa di meno comprensibile. Penso che la nostra proposta contenga solo elementi molto qualificanti e il salario di produttività è fondamentale.

D. I sindacati chiedono che si applichi a tutti. Il 20% delle aziende italiane ha un contratto di secondo livello mentre l’80% ancora non ce l’ha. Come vede questo spostamento di risorse?
R. Penso che se il 20% sta utilizzando un sistema che premia produttività e reddito ma fa crescere l’azienda, la cosa migliore sia spingere l’80% delle imprese in quel 20%.

D. A che punto siamo per quanto riguarda il Fondo centrale di garanzia?
R: L’abbiamo ristrutturato, il 10 settembre sarà lanciato. Il Fondo muove circa 15 miliardi di euro di garanzie che arrivano alle imprese. Prima veniva dato a tutti secondo la stessa percentuale mentre adesso punterà a privilegiare le imprese che investono fino a garantire l’80% dell’investimento e i rating medio/medio-bassi che hanno bisogno di una garanzia.

D: Perché ha detto «basta con i bandi aperti per le università, daremo soldi solo a chi è nei ranking internazionali»? Che cosa significa in concreto?
R: Con il ministro dell’Istruzione, Giannini, abbiamo deciso di identificare quattro o cinque università di eccellenza sull’industria 4.0 per concentrare gli investimenti nei centri di competenza. Ciò consente di avere delle scale di investimento senza polverizzare le risorse.

D. Ha detto che bisogna puntare su un progetto di lungo periodo e anche sulla governance. Si riferiva anche al referendum?
R: Mi riferivo alla capacità e all’efficacia di qualsiasi sistema di fare delivery delle cose. Il referendum è molto importante per questo. La governance in questo momento è in primo piano in Italia e in Europa. La parte del referendum fondamentale è quella delle competenze tra Stato e regioni, per esempio per quanto riguarda le normative ambientali, e la legge sulla concorrenza che è bloccata da 500 giorni tra Camera e Senato. Se vogliamo avere un processo legislativo e amministrativo che funziona dobbiamo fare questa riforma.

D. Quando arriverà il progetto 4.0?
R: Il progetto è pronto, è stato condiviso con il Presidente del Consiglio e con i ministri e nelle prossime settimane lo presenteremo alle parti sociali allargate e ai centri di eccellenza universitari.


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