Industria meccanica, aumentano gli investimenti 4.0

di Simone Cerroni 13/07/2017 12:06
Industria meccanica, aumentano gli investimenti 4.0

Dopo i dati positivi sulla meccanica strumentale di Ucimu, ottime notizie arrivano anche dalla Federazione Associazioni Nazionali Industria Meccanica Varia ed Affine, Anima: produzione +3,7%, investimenti +13,3%

Il 4.0 continua a spingere la produzione industriale e gli investimenti in nuove tecnologie delle imprese. Dopo i dati positivi sulla meccanica strumentale presentati la scorsa settimana da Ucimu, (nel secondo trimestre 2017 +28,5% negli ordini di macchine utensili rispetto al 2016), arrivano ottime notizie anche dalla Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia ed Affine, Anima. Le previsioni sulla produzione per il 2017 dell’industria meccanica, presentate all'assemblea generale, si attestano al +3,7% pari a 46,6 miliardi di euro, un salto rispetto ai 45 miliardi del 2016. Sul fronte investimenti, invece, dopo il +0,3% tra 2015 e 2016, è prevista per il 2017 una crescita consistente del 13,3% rispetto all’anno precedente. "Sono bei numeri che non si leggevano da diversi anni. Parliamo di innovazione tecnologica iniettata nelle nostre fabbriche, sia in termini di miglioramento ed efficienza dei processi produttivi, ma anche di sviluppo di nuovi prodotti e servizi 4.0”. L’ottimismo del Presidente di Anima, Alberto Caprari arriva anche alla luce del fatto che nessuno dei 36 settori rappresentati dalla federazione ha riportato segno negativo. Poi prosegue: "Gli incentivi del piano nazionale Industria 4.0 hanno dato a imprese e imprenditori un contributo, anche psicologico, a una crescita che ora deve diventare solida e strutturale". Sul tema del “consolidamento” è intervenuto durante l’assemblea in videoconferenza anche il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ideatore del piano. "Industria 4.0 ha senso se diventa un programma decennale e non se è una finanziaria spot. Ha senso se diventa un processo di lavoro più ampio. Quello che sto cercando di fare è estendere il tempo di esecuzione degli investimenti. Molti produttori non riescono a garantire il rispetto dei tempi di consegna dei macchinari. A settembre, con la seconda cabina di regia sul Piano Industria 4.0, bisognerà fare un ragionamento sul rinnovo degli strumenti”. Gli fa eco Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, anche lui presente all'assemblea. "Ora è vitale non depotenziare questo effetto: perciò è importante prorogare gli interventi selettivi, come ad esempio gli iperammortamenti". Poi prosegue: "Industria 4.0 è una sfida che possiamo vincere, perché Industria 4.0 siamo noi. Le imprese italiane sanno interpretare la produzione con modalità "sartoriali", sfruttando le potenzialità dei mercati di nicchia, caratteristiche in cui eccelliamo da sempre. L'Italia potrebbe diventare la boutique dell'industria del mondo, realizzando, in chiave industriale, prodotti sempre più personalizzati".

I settori più virtuosi -  Ma quali sono i comparti dell’industria meccanica che maggiormente stanno sfruttando gli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0? Dai dati della Federazione emerge come le imprese più attive negli investimenti, in forza della sola misura dell’iperammortamento applicata a beni materiali e immateriali, così come indicato dagli allegati A e B del Piano ministeriale, sono quelle attive nel campo delle tecnologie alimentari (113 milioni di euro nel 2016, 129 milioni attesi per il 2017), delle valvole industriali (88,50 milioni di euro nel 2016, 98,50 milioni attesi per il 2017) e della caldareria (88,50 milioni di euro nel 2016, 105 milioni attesi per il 2017).

Fronte Export e Import – Secondo i dati di Anima l’export nel 2016, rispetto all'anno precedente, è cresciuto dello 0,9%. Percentuale che aumenterà per il 2017 registrando, secondo le previsioni, un valore di merci esportate pari a +2,5%, passando dai 26,3 miliardi del 2016 ai 26,9 miliardi. Per le associazioni parte di Anima, gli Stati Uniti sono diventati il primo paese export per la meccanica italiana con un sostenuto ritmo di crescita dal 2012 ad oggi, comprando in misura maggiore tecnologie meccaniche, superando Germania e Francia. Sul fronte import invece compriamo maggiormente componenti e macchinari dalla Germania. A seguire la Cina che ha aumenta il suo valore nel 2016, mantenendo però un ampio divario dal partner tedesco.

Al di là dell’industria 4.0, la ripresa pare finalmente consolidarsi anche in senso più ampio. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, a maggio  la produzione industriale è cresciuta dello 0,7% su aprile. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2017 l'indice è aumentato in termini tendenziali del 2,8% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2016). Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è aumentata dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. Gli aumenti tendenziali maggiori sono stati registrati dalla fabbricazione di mezzi di trasporto (+7,3%), dalle industrie manifatturiere di macchine (+6,7%) e dagli altri fabbricanti di impianti (+5%). Evidente in questi dati lo zampino del piano Industria 4.0.


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