Lavoro 4.0, c’è vita (umana) nella fabbrica del futuro

di Simone Cerroni 04/08/2017 15:33
Lavoro 4.0, c’è vita (umana) nella fabbrica del futuro

In un mondo 4.0 alle incognite si vengono a contrapporre anche molte opportunità. Il governo lavora su questo, a settembre, prima del G7 Industria di Torino, arriva una nuova cabina di regia con focus sul capitale umano: sul tavolo bonus fiscale sulla formazione e proroga iperammortamento

Non c’è dubbio, ormai è la più grande questione dei nostri tempi. Quella che maggiormente ci preoccupa, quella per la quale servono politiche economiche e industriali adeguate. D’altronde, come ha più volte detto il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, “globalizzazione e innovazione tecnologica ridisegnano da secoli la mappa del lavoro”. Un rapporto che diventa per molti sempre più complesso nell’era dell’automazione avanzata, robotica e intelligenza artificiale tanto da far ipotizzare scherzosamente agli analisti che “la fabbrica del futuro darà lavoro a un uomo e un cane. L'uomo dovrà nutrire il cane. Il cane dovrà tenere l'uomo a distanza dalle macchine”. Almeno per ora, siamo lontani da questi scenari paradossali. In un mondo 4.0, caratterizzato da un cambiamento tecnologico di tipo disruptive, dove tutto è connesso, alle incognite si vengono infatti a contrapporre anche molte opportunità.

Digitalizzazione, automazione e occupazione - In una ricerca di Manpower Group dal titolo "Skills Revolution", presentata al World Economic Forum 2017 di Davos, che ha coinvolto 18.000 datori di lavoro in 43 Paesi del mondo, l’Italia risulterebbe (tra i paesi oggetto dell’indagine) la nazione con il maggior incremento di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni proprio grazie alla quarta rivoluzione industriale. Un vero e proprio "upskillng", un aggiornamento delle competenze che porterebbe un aumento tra il 31% ed il 40% di creazione di nuove figure professionali. A beneficiare degli effetti positivi della digitalizzazione del lavoro le professioni in ambito IT, risorse umane e customer facing. Altro dato interessante legato alle future competenze che emerge dallo studio, riguarda le nuove generazioni. Secondo le stime il 65% dei bambini che oggi iniziano il loro percorso di studi, da adulto troverà un lavoro che oggi ancora non esiste.

Arrivano gli incentivi sulla formazione - Il governo si sta muovendo proprio in questa direzione. Dopo la proroga al 30 settembre 2018 del termine per la consegna dei beni in regime di iperammortamento (con ordine e il relativo versamento di un acconto di almeno il 20% entro il 31 dicembre di quest’anno) con l’approvazione della legge di conversione del Dl 91/2017, il ministero dello Sviluppo Economico si concentra sul capitale umano. Sul tavolo, un nuovo sistema di incentivi che rientreranno con ogni probabilità nella prossima legge di bilancio con l’obiettivo di agevolare il lavoro 4.0 e salvaguardare una (futura) disoccupazione di tipo tecnologico. Si tratterebbe di un bonus fiscale sulla formazione sotto forma di credito di imposta per spese che rientrano nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella misura del 50% fino a 20 milioni di euro. Una sorta di fase due del Piano Nazionale Industria 4.0, come è già stata rinominata da molti. Misure sulle quali lavorerà la cabina di regia di settembre congiunta del Mise con il ministro del lavoro, Giuliano Poletti e quello dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli. Dopo Roma, poi, il piano industria 4.0 approderà a Torino al G7 sull’Industria. Sotto la lente a settembre anche la nuova proroga all’iperammortamento del 250% che potrebbe per il 2018 estendersi anche ai software, attualmente sotto regime del superammortamento al 140%. Un incentivo che dovrebbe concludersi a fine anno per dare spazio proprio agli incentivi sul lavoro e la formazione.  Insomma, segnali positivi che fanno capire come nel futuro industriale italiano, con ogni probabilità, ci sarà ancora vita, anzi intelligenza, non solo artificiale, ma sopratutto “umana”.


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