Cattura CO2, Eni punta su Ravenna

di Patrizia Feletig 17/11/2021 14:08
Cattura CO2, Eni punta su Ravenna

L'iter autorizzativo è in corso. L' impianto pilota potrà stoccare 25 mila tonnellate di CO2 all’anno emesse dalla centrale Casal Borsetti. Intanto in manovra compaiono 150 milioni di euro destinati a queste tecnologie

L’ennesimo scontro tra politiche di lotta ai cambiamenti climatici e principio della neutralità tecnologica si annida nella legge di bilancio all’esame del Senato. Sono stati stanziati in un articolo 150 milioni per la transizione, destinati anche ai progetti Ccus, la tecnologia di cattura di C02 emessa durante i processi produttivi, che poi viene stoccata nel sottosuolo o impirgata per un riutilizzo industriale, dall’alimentare all’idrogeno blu.

Una tecnologia che non piace agli ambientalisti. Ma quella che Micheal Mann, climatologo e ispiratore di Greta Thunberg, definisce una nuova forma di negazionismo climatico, rappresenta invece un assist innovativo per i settori difficili da decarbonizzare.  

Eni vorrebbe realizzare un impianto pilota di cattura e stoccaggio di CO2 a Ravenna. Il 31 maggio scorso ha inviato l’istanza autorizzativa al Ministero della transizione ecologica e agli Enti competenti, seguendo l’iter indicato dalla normativa vigente. Ma per il progetto non è previsto il ricorso a finanziamenti di carattere pubblico.

Più avanzata la situazione in Gran Bretagna. Eni, infatti, è operatore della fase di trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica del progetto integrato HyNet North West in UK per la decarbonizzazione di un importante distretto industriale ubicato nel Nord Ovest dell’Inghilterra. Il progetto è sviluppato da un consorzio formato, oltre che da Eni, da aziende industriali dell’area e prevede la cattura, il trasporto e lo stoccaggio nei giacimenti di gas esauriti, a circa 30 Km dalla costa, della CO2 emessa dalle industrie esistenti e dai futuri siti di produzione di idrogeno blu.

Il 17 marzo 2021 il progetto ha ricevuto fondi governativi per circa 33 milioni di sterline, che coprono circa il 50% dei costi per gli studi di progettazione in corso. Il 19 ottobre l’iniziativa è stata inserita dal Governo inglese fra i due progetti prioritari, tra i cinque in competizione, per accedere ad un ulteriore fondo per finanziarne la fase esecutiva e garantirne l’entrata in esercizio entro il 2025. Il progetto consentirà di realizzare la prima infrastruttura di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) del Regno Unito

Tornando al progetto di Ravenna, è stato autorizzato un impianto pilota dell’ENI per iniettare in un pozzo dismesso, 65mila tonnellate di CO2. Di queste, 40 mila intercettate dall’impianto di fabbricazione di gomme Versalis controllata dal gruppo energetico e il resto catturate dalla stazione di pompaggio di Casal Borsetti. “Non è una misura risolutiva”, riconosce Gianni Bessi, consigliere regionale in quota PD, “Il progetto pilota dirà concretamente come si interviene sui settori in cui è difficile abbattere le emissioni. E concretamente poi faremo i passaggi successivi. Sarebbe però un caso concreto che porta al distretto ravennate il valore aggiunto di specifiche competenze tecnologiche con esternalità positive, non solo per l’ambiente ma anche per l’occupazione. Con l’auspicio di avviare un’economia del territorio incentrata sulla CO2 come commodity di una nuova filiera di stoccaggio e riutilizzo”.

Se il progetto avrà via libera, si ripeterà il miracolo della costruzione della prima piattaforma, Ravenna1, che fu all’origine del settore di eccellenza nazionale nella perforazione e pozzi che porta tecnici minerari italiani in giro nel mondo?


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