Il capo della Bundesbank spiega come sarà l’euro digitale

di Giuseppe Capolino 03/05/2024 18:52
Il capo della Bundesbank spiega come sarà l’euro digitale

Joachim Nagel ha spiegato la visione della Buba agli studenti del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology di Boston, annunciando anche l’avvio di una collaborazione con il Laboratorio di valute digitali del MIT. Così ha descritto le modalità e i rischi da superare

Che forma sta prendendo l’euro digitale? A spiegare la sua visione, il 16 aprile scorso, agli studenti del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston è stato un testimone d’eccezione, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel. Intervistato da Neha Narula, direttrice del Laboratorio di valute digitali di MIT, Nagel ha annunciato anche l’avvio di una collaborazione tra la Bundesbank e il laboratorio del MIT per la nuova fase di preparazione all’arrivo di questa tecnologia, spiegandone i potenziali benefici per i consumatori e per il sistema bancario europeo. Citando il Premio Nobel Robert C. Merton (docente del MIT), Nagel ha rassicurato che “l’innovazione nell’infrastruttura finanziaria deve essere studiata e coordinata, e in quanto tale c’è bisogno di tempo prima che venga realizzata”. Di fatto, si parlerà di un processo graduale e mirato. Ma come?

Un servizio al passo con i tempi

La crescente digitalizzazione ha portato a un aumento significativo dell'utilizzo dei pagamenti digitali, e questo trend sta accelerando: otto anni fa, ha detto Nagel, in Germania un pagamento su cinque era digitale. Un paio di anni fa erano già uno su tre. Se si guarda poi all’esempio americano, dove in città come New York o Boston il contante è quasi sparito, è facile pensare che questo andamento non possa che proseguire spedito. Tutto ciò per il presidente della Buba sta creando un'opportunità –e un dovere – per le banche centrali di adeguarsi ai tempi e di offrire ai cittadini un sistema di pagamento digitale sicuro, resiliente, efficiente ed accessibile. L'euro digitale si propone come un complemento, non un sostituto, del contante e dei depositi bancari. Ispirandosi al Pix, la piattaforma introdotta dalla Banca Centrale Brasiliana il 16 ottobre 2020 e che permette pagamenti elettronici senza costi tra persone, aziende, e agenzie del governo, l'euro digitale offrirebbe un mezzo di pagamento rapido, sicuro e accessibile a tutti i cittadini dell'eurozona. Inoltre, rimarca Nagel, l'euro digitale potrebbe fungere da piattaforma per lo sviluppo di nuovi servizi finanziari innovativi.

Come funzionerà?

L'euro digitale potrebbe essere utilizzato principalmente in due modalità: la prima, attraverso portafogli digitali offerti da banche, che avranno l’opportunità di utilizzare i protocolli della blockchain per saldare istantaneamente conti, senza lunghi periodi di settlement (stanza di compensazione). La seconda, attraverso una propria applicazione per smartphone dedicata ai pagamenti digitali. In questo caso, il vantaggio per i consumatori sarebbe la possibilità di effettuare pagamenti in modalità contactless, tramite protocollo Near Field Communication (NFC), o tramite QR code (ispirandosi ad applicazioni cinesi come WeChat). In ambo i casi, sarà possibile effettuare transazioni anche offline tra due consumatori. Il tutto ha un principale scopo: creare un’infrastruttura pubblica per la quale i privati e le aziende possano effettuare delle transazioni senza dover utilizzare obbligatoriamente i costosi network di aziende private quali Visa, Mastercard, American Express, solite al chiedere una percentuale su una spesa che varia tra lo 0 e il 4%. Non a caso, queste aziende sono state tra le prime a tuffarsi sull’ondata delle criptovalute, per studiare soluzioni che le permettano di mantenere una posizione di vantaggio competitivo sul mercato. Visa da anni assume ingegneri informatici specializzati su protocolli blockchain, e di recente ha pubblicato sul suo sito un video nel quale si presenta come potenziale “network di network”, per collegare borse di criptovalute, banche digitali, e perfino network di banche centrali.

Controindicazioni e sfide

Una delle controindicazioni legate ad un euro digitale è la possibilità di fuoriuscite di liquidità dalle banche, che potrebbe nuocere alla macchina economica in quanto prosciugherebbe la disponibilità delle banche di elargire credito. Per mitigarla, Nagel ipotizza l'introduzione di un limite massimo di detenzione dell'euro digitale, sia per privati sia per istituti finanziari. Un'altra sfida è il bisogno di garantire privacy ai proprietari di portafogli digitali – una delle preoccupazioni più grandi esplicitate da Nagel, e tema molto a cuore dell’Unione Europea. La mancanza di un "data trail" (una scia di dati dovuta alle transazioni precedenti), caratteristica del contante che ne garantisce l'anonimato, rappresenta anche un ostacolo alla lotta contro il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale, e il finanziamento del terrorismo. Nonostante ciò, per Nagel e la Bundesbank la privacy rimane la prima preoccupazione per questo progetto.

Solo il contante è vero?

Il progetto dell'euro digitale è ancora in fase di sviluppo, ma il banchiere centrale tedesco si è detto fiducioso del suo successo. L’euro digitale si porrà come un’alternativa pubblica per un sistema che da anni ha lasciato alle spalle il contante per la convenienza di pagamenti a distanza. Nagel ha citato vecchio detto in tedesco che dice che “solo il contante è vero”. In un mondo di contabilità per competenza, e lunghi periodi di settlement per qualsiasi acquisto o transazione, questo proverbio era inattaccabile. Non lo sarà più grazie ai protocolli sui quali verrà costruita la prima vera infrastruttura pubblica per pagamenti digitali tra paesi dell’eurozona. Benvenuti, anzi wilkommen nel futuro dell’euro digitale. (riproduzione riservata)


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