Industria 4.0, le manopole che accendono il futuro

03/03/2017 18:47
Industria 4.0, le manopole che accendono il futuro

Oltre 50 milioni di pezzi l’anno per clienti colossi degli elettrodomestici come Whirpool, Bosch, Electrolux, Lg, Candy Hoover, Heier. Prodotti dalla Rold in fabbriche digitalizzate. Tutto è cominciato con un viaggio alla Samsung

Tutto è cominciato un anno fa con un viaggio a Seul, dove ha incontrato i dirigenti della Samsung. Lo ricorda ridendo e quasi non ci crede Laura Rocchitelli, 49 anni, presidente della Rold, piccola impresa del Milanese da 42 milioni di fatturato e 220 addetti leader nella produzione di componenti per elettrodomestici. Oggi che di Industria 4.0 si parla sempre più spesso, la Rold si sente pioniera: è stata fra le prime pmi ad aver introdotto la digitalizzazione della produzione nel suo stabilimento di Cerro Maggiore, passo iniziale di un piano che prevede di digitalizzare anche le fabbriche di Nerviano e Pogliano. Di più: la Rold intende proporsi come experience center per le piccole e medie aziende e fare una nuova area di business della Smartfab, la piattaforma messa a punto con la Samsung per gestire dati e informazioni provenienti dagli impianti di produzione rendendoli disponibili in tempo reale su display e lavagne interattive, tablet, smartphone e smart watch.

«Anche se parlare di pmi si sta rivelando riduttivo, visto che la nostra esperienza ha suscitato l’interesse di gruppi mondiali come Electrolux e Fca», sottolinea Rocchitelli. Del resto, la piccola Rold è abituata a trattare con i colossi, visto che nella sua lista vanta clienti di peso globale come Whirpool, Bosch, Electrolux, Lg, Candy Hoover, Heier. Insomma, tutti i big del settore elettrodomestici, ai quali l’azienda, nata nel 1963 per iniziativa di Onofrio Rocchitelli, un orfano operaio di giorno e imprenditore inventore di notte (i primi microinterruttori furono prodotti a mano in un garage) fornisce componenti brevettati. Come il blocco porta per lava lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici, o i selettori, le manopole circolari che servono a programmare gli elettrodomestici. «Risultato reso possibile dalla tensione all’innovazione che mio padre ha sempre avuto non solo per i prodotti ma anche per i sistemi di produzione», sottolinea Laura Rocchitelli. Infatti gli utili sono sempre stati reinvestiti per rendere l’azienda, e in particolare la fabbrica, un centro di eccellenza. 

Oggi alla Rold, che produce oltre 50 milioni di pezzi l’anno, gli impianti con dispositivi digitali possono fornire informazioni per ridurre tempi e costi e migliorare la personalizzazione. «Ma sono gli uomini che fanno ancora la differenza», secondo Rocchitelli. Che per attrarre e trattenere talenti ha varato iniziative che coinvolgono laureandi del Politecnico di Milano. «Anche il progetto Industria 4.0 dovrebbe rendere interessante un lavoro come quello in fabbrica che molti giovani ancora snobbano», spiega. Sarà perché di giovani in famiglia ne contano sette, tra i figli suoi e dei fratelli Massimo, a capo del commerciale, e Stefano, che segue l’ufficio tecnico, Laura Rocchitelli sente quello che chiama il dovere di creare occupazione. Ha internazionalizzato l’azienda creando due società commerciali a Shanghai e nel North Carolina, però assicura: «Non lasceremo mai l’Italia». Ma siccome il business è business, alla Rold cominciano a progettare per il futuro una fabbrica anche in Cina. «L’Asia è un mercato dove con produttori locali abbiamo grandi spazi di crescita». Del resto, la digitalizzazione collega e rende vicino anche ciò che è lontano, uffici e fabbriche.  (Raffaella Galvani)


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