L'Italia fa passi avanti nello Sharing Brainpower

di Fred Bakker 13/06/2024 13:56
L'Italia fa passi avanti nello Sharing Brainpower
Fred Bakker

La Commissione europea chiede la formazione di alleanze per affrontare simultaneamente tre transizioni globali, utilizzando tutte le idee disponibili e le tecnologie più recenti. La condivisione delle conoscenze è parte integrante: ma quale approccio è migliore per l’Italia?

Come molti altri Paesi europei, l'Italia ha una spina dorsale economica costituita da imprese familiari o Pmi. La cooperazione è intensa in settori artigianali come il tessile, le calzature e la ceramica, ma le aziende iniziano a cercarsi tra loro anche nell'industria automobilistica. Rispetto alla Germania o al Belgio, la condivisione delle conoscenze tecniche, lo Sharing Brainpower, è ancora agli inizi. Ma sono stati fatti passi da gigante.

La Commissione europea mira a far lavorare in stretta collaborazione governi, imprese e istituti di conoscenza per le tre transizioni globali verso le fonti energetiche sostenibili, la riduzione delle emissioni di CO2 e la formazione di un'internet industriale. La Commissione chiede la formazione di alleanze per affrontarle simultaneamente, utilizzando tutte le idee disponibili e le tecnologie più recenti. La condivisione delle conoscenze è parte integrante di questo approccio. In questo contesto è stato lanciato, per esempio, il progetto degli European Digital Innovation Hubs.

La condivisione delle conoscenze in Italia non è ancora al livello di quella tedesca o olandese. Ma la "condivisione dei cervelli" sta sicuramente recuperando terreno. Molte università si stanno allontanando dalla loro lunga storia di torri d'avorio e stanno cercando attivamente modi per rendere più redditizie le conoscenze acquisite. Poiché i settori industriali e tecnologici sono affamati di metodi collaudati, sono i luoghi ideali per stimolare la condivisione di cervelli.

Prendiamo per esempio il trasporto elettrico. Questo tema è in cima all'agenda di Bruxelles. La CE ha dato priorità alla costruzione di una rete paneuropea di produzione di batterie. Stellantis ha aperto un impianto di prova a Torino; Faam ha ampliato una fabbrica di batterie a Teverola, con il sostegno finanziario della Commissione. A Milano, la start-up Green Energy Storage sembra essere partita bene, producendo accumulo di energia sostenibile attraverso l'idrogeno.

Anche l'Europa vuole incrementare la propria produzione di chip; la CE ha quindi istituito il Chip Act, sostenuto con oltre 50 miliardi di euro. La STMicroelectronics italofrancese ha ampliato il suo stabilimento di Catania con 2 miliardi di euro di sostegno da parte di Bruxelles. L'azienda collabora con l'università locale, anche se la ricerca si svolge a Grenoble. Nel Nord, la Silicon Box di Singapore punta a costruire una fabbrica di chip da 3,2 miliardi di dollari, per la quale è stato concesso anche un sostegno finanziario.

Di particolare rilievo sono gli otto Centri di competenza che sono stati istituiti in tutta Italia e che si concentrano sulla condivisione di conoscenze ed esperienze sui temi dell'Industria 4.0 e della "Fabbrica del futuro". Qui collaborano oltre 30 università, 20 enti pubblici e numerose imprese (in parte PMI), che insegnano e apprendono attraverso dimostrazioni dal vivo di robotica, manifattura additiva, cyber-sicurezza e Big Data, per citare alcuni temi.

Per favorire la creazione di alleanze, la CE lascia agli Stati membri la possibilità di dare la propria interpretazione di Sharing Brainpower. A mio avviso, questo porta a tre tipi di approcci.

- Il primo è l’ "approccio nordico", in cui il governo non è sotto i riflettori, ma fornisce una visione chiara, per esempio della sostenibilità. Le aziende e le istituzioni della conoscenza possono fidarsi di questo impegno a lungo termine e costruirgli intorno degli ecosistemi.

- il secondo è la "Paris connection ", in cui è il governo a dirigere apertamente. C'è una stretta consultazione su chi lavora insieme a chi. Gli aiuti di Stato sono ampiamente disponibili. Se necessario, vengono adottate misure correttive.

- Infine, c'è il "ponte di Berlino", una tradizione federativa di cooperazione. La conoscenza e la consultazione sono centrali; se le parti si scontrano, il cancelliere è l'arbitro. L'iniziativa Industria 4.0 è un buon esempio di questo modello.

{mfimage}

Quale strada è meglio intraprendere? La CE non ha un approccio preferito. Piuttosto, è come un direttore d'orchestra che vuole lasciare che le diverse sezioni si esprimano in modo autonomo, concentrandosi sull'armonia. Sarà interessante vedere quale tipo di approccio si adatta meglio all'Italia.

Forse con l'aiuto della CE e dei Paesi limitrofi l'Italia è in procinto di mettere la Sharing Brainpower sulla sua mappa, anche in vista dell'incontro dell'ottobre 2023 tra Italia, Germania e Francia sul tema dell'IA e della loro intenzione di collaborare, semplificare le procedure e sostenere le reti di conoscenza e di informazione già esistenti. Ne beneficeranno le sue numerose imprese familiari e PMI, ma in ultima analisi anche tutte le PMI europee.

Fred Bakker è stato direttore ed editore di Het Financieele Dagblad, l'equivalente olandese del Financial Times. Oggi scrive sull'intersezione tra tecnologia, innovazione e strategia di governance. Il suo nuovo libro è Unleashing the Power of European Innovation.


Informativa Privacy  -  Informativa Cookie