Sensori wireless per i ponti

di di Filippo Merli 26/11/2018 15:11
Sensori wireless per i ponti

Dopo il crollo a Genova, al via un nuovo monitoraggio. Veneto Strade sperimenterà la tecnologia aerospaziale su un viadotto di Cortina

Arriva dallo spazio. E serve per monitorare lo stato di salute dei ponti. La nuova tecnologia, basata sulla resina epossidica, la stessa che viene utilizzata per le missioni aerospaziali, prevede l'applicazione di 18 sensori wireless per ricevere segnali in tempo reale sull'eventuale deterioramento della struttura esaminata. A realizzare il progetto, il primo nel suo genere in Italia dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova, sarà Veneto Strade, che grazie alla collaborazione con una startup di Treviso posizionerà i dispositivi sul ponte che attraversa il torrente Rudavoi, vicino a Cortina, sulla statale 48 delle Dolomiti. La resina epossidica, un polimero termoindurente con reazione a freddo, è utilizzata in diversi settori: dall'industria elettrica alla nautica, sino all'edilizia per interventi di consolidamento. I sensori saranno di cinque tipi e misureranno gli sbalzi di frequenza del ponte, la rotazione della struttura, l'elasticità delle travi, le variazioni di temperatura e l'eventuale micro sollevamento del viadotto. «È l'Internet of things, l'Internet delle cose, un orizzonte ancora largamente inesplorato», ha spiegato Fabian Santecchia, responsabile di Diecipoints, la start up trevigiana che fornirà gratuitamente i software di monitoraggio.

Il ponte Rudavoi, lungo 180 metri e realizzato in calcestruzzo armato precompresso, è stato ricostruito e inaugurato nel 2011 dopo il crollo del 1997 dovuto a un'alluvione nel Bellunese. «È un'opera fondamentale per quest'area ed è importante che sia utilizzabile dagli utenti nei tempi stabiliti, specie in inverno, quando i collegamenti stradali in zone così difficili diventano ancora più essenziali», aveva sottolineato allora il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia. «Dopo il ponte sul Rudavoi», aveva commentato l'attuale deputato di Forza Italia, Dario Bond, «dobbiamo concentrarci sulle manutenzioni della rete viaria».

Lo stesso viadotto, ora, farà da test per la nuova tecnologia di monitoraggio. «Si è deciso di partire da quel ponte perché è stato costruito da noi nel 2011», ha ricordato il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. «Sappiamo bene come deve rispondere alle sollecitazioni. Questa è una tecnologia inedita. I dati arriveranno in diretta consentendo di intervenire tempestivamente». Se l'esame sarà superato, la Regione provvederà a indire una gara per estendere i sensori, del costo di 150 euro l'uno per una durata che va dai tre ai cinque anni, ai 550 viadotti veneti.

«L'obiettivo è monitorare tutti i nostri ponti», ha detto al Corriere del Veneto l'assessore ai Lavori pubblici della giunta Zaia, Elisa De Berti. «La giunta ha stanziato 15 milioni per il prossimo triennio», ha aggiunto, «ma vogliamo che si torni a una manutenzione cadenzata per evitare interventi straordinari in futuro». La scorsa settimana, a Roma, la conferenza unificata ha avviato l'iter per la riclassificazione di 700 chilometri di strade venete che resteranno in gestione a Veneto Strade. «Conto nella firma del presidente Giuseppe Conte per inizio anno», ha rivelato De Berti. Nel frattempo, dai sensori del ponte Rudavoi arriveranno le prime risposte.


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