Industria 4.0, il Piano Nazionale funziona

di Simone Cerroni 07/07/2017 15:07
Industria 4.0, il Piano Nazionale funziona

Dopo il +22,2% del primo trimestre del 2017 (rispetto allo stesso periodo del 2015), l’indice degli ordini di macchine utensili nel secondo trimestre registra un incremento del 28,5%. Ucimu presenta i dati

Luglio mese importante per l'industria 4.0. Il Piano Nazionale, attuato dal governo lo scorso settembre, continua a spingere gli investimenti in meccanica strumentale facendo registrare un incremento delle vendite. Dopo il +22,2% del primo trimestre del 2017 (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), l’indice degli ordini di macchine utensili raccolti dai costruttori italiani sul mercato domestico nel secondo trimestre registra un incremento del 28,5%. La media semestrale dunque si attesta al 24,8%. Questi i dati del Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU, l'associazione costruttori italiani macchine utensili robot e automazione, presentati dal presidente Massimo Carboniero in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione, alla quale hanno partecipato il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda e il vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alla politica industriale, Giulio Pedrollo. Positive anche le proiezioni complessive sul 2017. Secondo i dati la produzione di macchinari salirà del 6,7% a 5,9 miliardi di euro, mentre l'esportazioni torneranno di segno positivo con un incremento del 3%, raggiungendo quota 3,350 miliardi di euro.

La tempistica degli incentivi e l'ipotesi della proroga - Segno che le misure messe in campo, ad esempio superammortamento al 140%, iperammortamento al 250% e credito d’imposta in ricerca e sviluppo fino a un massimo annuale di 20 milioni di euro, stanno pian piano entrando nella tabella di marcia delle aziende generando una grande spinta agli investimenti. Misure in ottica 4.0 che però ancora non hanno raggiunto piena potenzialità. Il processo per le imprese è lungo. Prima bisogna stabilire una strategia, poi capire come sfruttare le misure, investire e capire come connettere e integrare la tecnologia con il resto dell'impianto. La tempistica degli incentivi rimane dunque ora la criticità da risolvere.  “Non voglio discutere adesso dell’estensione degli incentivi. Il senso sta anche nella loro concentrazione temporale: se decidessimo ora una proroga, gli ordini rallenterebbero immediatamente” ha detto in collegamento da Roma Carlo Calenda durante l’assemblea. “Le misure di Industria 4.0 stanno funzionando ed è fondamentale andare avanti e pensare già alle prossime priorità", ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria Giulio Pedrollo. Poi prosegue: “Apprezziamo la mini-proroga al luglio 2018 delle consegne dei beni 4.0 e cercheremo di ottenere un ulteriore allungamento ad agosto o settembre 2018, anche se è una misura che costa 15 milioni al mese. Dobbiamo puntare al rinnovo dell’iperammortamento, anche inferiore, a metà tra iper e super, vicino al 200%, per tutto il 2018”.

L'Italia 4.0 nel panorama mondiale - Previsioni quelle presentate da Ucimu per il 2017 ben più ottimistiche dei dati del 2016 riportati dalla stessa associazione all’assemblea. Lo scorso anno la produzione si è attestata a 5.552 milioni di euro, registrando un +6,4% rispetto al 2015, il consumo a 3.859 milioni di euro (+15,3%) e le importazioni a 1.558 milioni di euro (+2,7%). L’export, invece, ha fatto registrare una battuta di arresto scendendo del 4% a quota 3.252 milioni  euro e riportando il valore al livello del 2014. Secondo i dati comunque l’Italia rimane il secondo esportatore di macchine utensili a livello europeo e il terzo a livello mondiale dopo Germania e Giappone. Lo scorso anno i principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono stati: Germania (377 milioni + 1%), Stati Uniti (352 milioni, -9,4%), Cina (315 milioni, -6,9%), Francia (224 milioni + 23,2%), Polonia (137 milioni, +7,2%), Spagna (116 milioni, +14%), Messico (99 milioni, +29,3%), Turchia (87 milioni -5,1%). Sul fronte del consumo invece guadagna un posto nella classifica posizionandosi quinta, a testimonianza della vivacità della domanda locale. Quinti anche nella produzione mondiale dopo Cina, Germania, Giappone e Stati Uniti.


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